sabato 31 marzo 2012

Scimmie rilassate (riciclo testuale)

Bonobo.
È da un po' che non scrivo. Un po' molto. Il problema è che ho perso il controllo della mia vita. Mannaggia a me, chi me l'ha fatto fare. Questa volta si parla di downtempo.


E rieccoci qui: carichi per il nuovo anno (almeno musicalmente parlando) ci auguriamo che in seguito alla pubblicazione del nostro primo articolo (ndr, ref. fonte articolo) qualche lettore urlante abbia avuto modo di inoltrarsi in quell'eden terrestre che è il mondo della dubstep. Tuttavia, nonostante l’eccesso di adrenalina nei suddetti corpi vogliamo iniziare l’anno in maniera più rilassante in modo tale da distribuire omogeneamente le nostre energie; roba che manco un corso di yoga con allegata una seduta di agopuntura, eh. Ci riferiamo a un genere musicale amato nelle grandi città europee ma in particolare ad Ibiza (quindi già fiutate lo spessore del tutto) : il downtempo. Ebbene sì, anche i giovani amanti della vita mondana dopo una nottata fatta di sostanze poco raccomandabili e cocktail annacquati, arrivati all’alba cambiano musica e si lasciano cullare da melodie più dolci e attenuanti.

Subito, senza girarci attorno, si parte con Caribou. Daniel Victor Snaith – e già qui: VICTOR; non so se capite l'importanza di un personaggio con un nome del genere – tira il suo primo respiro in questo mondo di ladri nel 1978 e capisce subito che l'umanità è troppo agitata: va calmata e fatta ascendere al Nirvana. Le primavere si succedono una dopo l'altra ed è in quella del 2010 che VICTOR si sente pronto a compiere il suo destino: pubblica Swim. Ve ne racconteranno un sacco su questo album, vi diranno che Caribou non fa downtempo ma elettronica dura e pura, vi diranno che è solo un londinese esaltato, vi diranno che i Massive Attack sono meglio. Menzogne del regime. Swim è uno di quei LP che sai esattamente quando cominciano ma non quando finiscono. Quando la puntina si stacca dal disco l'eco che ti rimane in testa è più assimilabile ad un motivetto di sottofondo dell'ascensore per il Paradiso. Ve lo diciamo noi cosa vuol dire “downtempo”, l'etimologia è chiara: quando il “tempo” va “down”; ed è esattamente ciò che succede con Swim; il tempo smette di scorrere. Come dimenticare però l'allegra compagnia delle Indie che accompagna il nostro VICTOR nei live? In effetti non è esattamente difficile: una manciata di sconosciuti che strisciano le dita sulle corde di una chitarra o fingono di sapere suonare la tastiera. Caribou invece picchia i tamburi, ma noi lo preferiamo quando manda a casa i suoi amici a bere un the caldo e sta al suo posto: in console.

Scivoliamo con scioltezza verso Bonobo, il quale: no, non è una scimmia, ma sì, è quasi carino quanto un bonobo. Un inglesino che ha qualche annetto sulle spalle (dalla regia mi dicono 35) e che nel 2000 con Animal Magic si guadagna già la nomea di “nuovo pioniere del downtempo”. Passa qualche tempo e continua a far girare i dischi nei migliori bar di Caracas con tutta una serie di LP che metà ne bastano; poi giunge il 2010 – che pare essere l'anno d'oro della musica donataci da Siddharta, evidentemente -. Black Sands, il suo ultimo album, è indubbiamente una delle migliori uscite del 2010. Basta, non vi diciamo più niente perché un lavoro del genere non merita di essere sminuito con parole spicciole: parla già da se, quindi andate ad ascoltarlo e ditemi poi a quale gusto di budino lo paragonate; il nostro è il caramello, e sappiamo tutti che il caramello è buonissimo.

Finisce così, con metafore di carattere edibile, il nostro trip – in tutti i sensi – nel genere preferito dai DJ snob dei club di spicco della Costa Azzurra. Fortunatamente godersi un po' di tranquillità con Caribou o Bonobo non costa quanto una serata a Saint Tropez.

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